Doppia ingiustizia: il lutto e la perdita degli sgravi fiscali

Sono assolutamente indietro nel racconto di cosa sto facendo lavorativamente parlando…e se è un male perchè sono costretta a recuparare è un bene dall’altra parte perchè vuol dire che sto lavorando e non ho tempo per altro! 🙂

In ogni caso nel riprendere in mano il sito parto dall’ultimo caso, quello che più ha scosso la mia coscienza forse perchè la protagonista la conosco personalmente e la trovo una persona meravigliosa, anche solo per la forza che ha .

Mi imbatto in internet e su facebook nel caso di Manola Tegon vedova mestrina con 2 figli a carico, occupata in regione. E’ lei attraverso la voce e la penna di Serenella Bettin, una collega della carta stampata, a denunciare la situazione nelle pagine del gazzettino.

L’articolo sul Gazzettino

E’ così che invio la proposta in redazione a Roma per un possibile servizio, chiedo l’amicizia in facebook sia a Manola che a Serenella per raggiungerle e proporle un servizio per l’Aria d’Estate…e subito la mia amica Chiara Pedron mi contatta al telefono e mi chiede se conosco Manola…perchè anche lei sta vivendo la stessa situazione,la stessa ingiustizia…e vorrebbe contattare Manola per darle mano forte, per portare avanti la battaglia assieme…

Da una così diventano due i casi…e allora assieme alla collega di Roma “dividiamo i compiti”…io intervisterò Chiara mentre Manola andrà a Roma a raccontare la storia in trasmissione commentando il caso di Chiara..

Insomma 4 donne che in pochi minuti hanno messo in piedi una piccola grande battaglia per la giustizia, per ottenere quello che lo Stato ha tolto loro per una legge troppo rigida, che non prevede eccezioni per chi nella vita ha già perso molto…e non di soldi…ma di affetti…come quello di un marito e padre..

E senza volerlo questo quartetto improvvisato poi si trova ad incrociare le bacheche di Facebook, a conoscere questa storia ai più, a denunciarla in particolare ai parlamentari, a coloro che forse possono fare qualcosa…

https://www.facebook.com/manola.tegon.1?fref=ts

https://www.facebook.com/serenella.btt?fref=ts

https://www.facebook.com/chiara.pedron.3?fref=ts

https://www.facebook.com/micaelafaggiani

Semplice se non paradossale la storia. Chiara e Manola sono vedove con figli piccoli a carico. Prendono la pensione di reversibilità del marito morto e la dividono con i figli..che in questo modo devono fare la certificazioni unica…e alla fine dell’anno vanno a superare i 2840 euro di reddito, di poco ovviamente…ma superano però la cifra stabilita per legge sopra la quale i minori non vengono più ritenuti a carico fiscalmente parlando dei genitori…quindi le spese sanitarie scolastiche ricreative…qualsiasi spesa non può essere detratta dall’unico genitore rimasto …che ovviamente ricco non può essere visto che il marito è morto in giovane età e quindi la pensione non è delle più alte che ci possano essere…che deve sostenere tutto da solo e gestire i figli..

neanche i figli possono detratte nulla perchè la loro imposta risulta zero avendo un reddito così basso…

e quindi una mamma come Chiara che ha l’aggravante di avere anche una figlia con sindrome di down non può scaricare nulla…e pagare tutto…e restituire gli 80 euro in busta paga di Renzi …e restituire quanto aveva scaricato negli anni dopo la morte del marito non sapendo di questa limitazione di legge…

Che dire o fare? Rispettare la legge questo è certo come fanno sia Chiara che Manola…ma chiedere magari di rivedere una legge e il limite rimasto uguale dagli anni ’90 quando ancora c’era la lira…o almeno di prevedere delle eccezioni come queste… per persone che un lutto lo hanno già provato…e che non è giusto paghino nel vero senso della parola anche questa rigidità legislativa.

Perchè come Chiara e Manola purtroppo ce ne saranno altre…nel mio piccolo ne ho già trovate due..immagino però che stiamo solo scoprendo una pentola bollente.,..

quindi il mio invito cari onorevoli o senatori…è di mettere mano alla legge, studiare una soluzione per queste persone che hanno bisogno di essere aiutate, o almeno di avere giustizia…perchè il resto lo hanno già fatto e lo stanno facendo da sole.

Spero almeno questo piccolo megafono comunicativo sia servito a qualcosa, sicuramente a mettere vicino 4 donne che hanno voglia di cambiare il mondo partendo dal basso e soprattutto hanno sete di giustizia.

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