Il famoso timbro del cartellino anche per fare la pipì e la buona scuola di Cortina

  Dalla pipì timbrata all’ospedale di Rovigo alle scuole di Cortina senza insegnanti. Dall’esasperazione della lotta ai furbetti alla perla delle dolomiti che non differenzia molto da altre scuole “di periferia” se vogliamo chiamarle così. Questi i due servizi che ho realizzato per Tagadà all’inizio di questa settimana e che mi hanno fatto riflettere sulle due questioni. La buona scuola intanto che sto vivendo in prima persona come mamma di un ragazzino che ha avuto l’orario provvisorio o definitivo…non si sa ancora…una settimana fa…a cui mancano almeno 3 insegnanti di ruolo e che anche ieri ha fatto due ore di scuola su 6 perchè mancavano i professori…mamma ho visto due film…mi ha detto…bello… e così succede a Cortina dove si penserebbe le cose andassero meglio ma anche qui c’è la giostra dei prof che dovevano arrivare anche da molto lontano e non sono mai arrivati creando buchi ed ora si cerca di tamponare fino a che è possibile. Grazie a questo servizio si è creata anche una nuova collaborazione con una collega sul posto che mi ha aiutato con i suoi mezzi a portare a casa un servizio che altrimenti non sarebbe stato geograficamente possibile in poco tempo. Contemporaneamente sono stata in quel di Rovigo, città che in questo ottobre ho frequentato per lavoro più volte. Al centro la storia delle regole relative al cartellino…e una dirigenza che le sta applicando e che per farle applicare le ha spiegate alla perfezione suscitando l’ira dei lavoratori, quelli onesti e anche quelli non onesti…e come sempre ci vanno di mezzo anche quelli che non centrano per pochi che magari se ne fregano.. e così sulla carta sono costretti a timbrare quando si assentano dal lavoro per andare in bagno ma anche per fumarsi la sigaretta o bere il caffè…più praticamente devono avvisare il proprio dirigente che legalmente è responsabile anche di queste assenze e che quindi potrebbe a sua volta perdere il posto di lavoro se non controlla se escono e quanto escono, cercando di usare il buon senso… certo per imporre questo servono regole che guardandole da fuori sembrano eccessive soprattutto per chi magari davvero non ha tempo per fare nemmeno la pipì per il carico di lavoro … intanto i pazienti plaudono ai controlli e alle misure perchè come si sa non tocca a loro e ognuno pensa al proprio orticello.. come sempre però – e uso la parola  utilizzata dal direttore di quella Ulss – è il buon senso e la buona educazione la risposta agli eccessi…mi auguro che venga utilizzata da entrambe le parti dopo tanto rumore.    ]]>

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