Dai grandi hab, all’accoglienza diffusa fino a chi non vuole proprio i migranti
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La provincia di Padova, tre diverse forme di accoglienza a pochi km di distanza. C’è quella che fa notiziam quella dei grandi centri di accoglienza, i primi centri di aggregazione, più di 1000 persone assieme, diverse etnie, diverse religioni . Basta poco per far scattare una scintilla, basta poco per non andare d’accordo, soprattutto quando il freddo bussa alla porta, quando non si sa cosa fare durante il giorno, quando muore una giovane ragazza e i soccorsi arrivano in ritardo ( anche se poco c’era da fare comunque ).
Succede a Cona e a pochi km di distanza non c’è giorno che non si verifichino piccoli grandi incidenti tra gli ospiti di Bagnoli. Allora la cooperativa che lo gestisce, la stessa di Cona, la stessa al centro delle cronache giudiziarie per turbativa d’asta , la Edeco, ex Ecofficina, apre l’ex caserma alla cittadinanza per dire grazie all’accoglienza…ma pochissimi sono i cittadini che partecipano, più i giornalisti e i fotografi…
eppure l’altra faccia della medaglia è la microaccoglienza, l’accoglienza diffusa, appartamenti inseriti i un contesto residenziale, educatori che seguono i ragazzi divisi per etnica, religione, età.
E’ la proposta di Confcooperative da tempo, anche per questo l’associazione ha congelato la posizione di Ecofficina sua associata, Non è questa la loro filosofia nè le modalità di accoglienza che vorrebbero vedere attuate..
una microaccoglienza più umana, che non si vede, che risulta più integrata…più facile anche da controllare e gestire, che fa decisamente meno rumore…
anche se rimane il fatto che se i controlli degli enti preposti ci sono a campione, la Prefettura, non ci sono però le sanzioni, non succede nulla se anche ci soni 1000 persone accatastate nello stesso posto.
Perchè la parola d’ordine è emergenza…che giustifica tutto anche i grandi hub. Non c’è altra soluzione insomma. E quindi va bene tutto.
Infine dopo Goro e le barricate c’è anche un presidio permanente anti migranti. Si sono costruiti una capanna attrezzatissima e riscaldata con due brandine per la notte, per il turno serale. E’ da più di due mesi che si alternano cittadini di tutte le età ed estrazioni che si sono riuniti nel comitato Abano dice no…non vogliono che l’ex caserma diventi un altro hub o peggio ancora un cie. Ne avrebbe tutte le caratteristiche. Per questo prevengono, e questo sarà forse anche il loro cavallo di battaglia alle prossime elezioni amministrative di Abano. Questa è una città termale, che vive di turismo, i profughi renderebbero difficile l’arrivo di turisti…
Ogni giorno c’è un albergatore che porta i pasti caldi, c’è chi pulisce, chi sistema, ci sono i cani che fanno la guardia…
tre facce della stessa medaglia in una sola Provincia che fa capire come il problema ci sia, venga affrontato in modo diverso…ma quello che urge è una risposta univoca e chiara dall’alto, che non crei squilibri per quanto possibile… e non distrugga un terreno già fragile…