A Vicenza 6 rom chiedono il permesso di soggiorno per fini umanitari. Sono irregolari a tutti gli effetti ma nati e vissuti in Italia.
[embedyt] http://www.youtube.com/watch?v=h8HRD4Afy6k[/embedyt]
Sei nomadi chiedono il permesso di soggiorno per motivi umanitari a Vicenza in Prefettura. A presentare la richiesta la Caritas.
Sono sei ragazzi della famiglia Halilovic famosa in tutta Italia e conosciutissima Vicenza anche per reati legati al capofamiglia .
Loro sono nati e vissuti in Italia, tre di loro hanno delle vulnerabilità.
Sono a tutti gli effetti irregolari. Sono nati in Italia e vissuti sempre in Italia. Praticamente non hanno un documento in tasca. Se la polizia li fermasse potrebbe anche espellerli…e rimandarli in patria. Quella patria, la Bosnia, che loro però non conoscono e che non li tutelerebbe, soprattutto rispetto alle loto vulnerabilità.
Il permesso di soggiorno significherebbe per loro anche un modo per integrarsi, andare a scuola, lavorare, magari anche trovare una casa.
Ovviamente la richiesta spacca una città come Vicenza e la stessa giunta comunale. Perchè ci sono quelli che gridano allo scandalo e non vogliono dare alcun diritto a queste persone,nomadi, che spesso delinquono. E quelli che dicono…se mai daremo loro la possibilità di integrarsi, di mettere radici, di studiare e lavorare loro delinqueranno sempre.
Proviamo a cercare le persone interessate, ma non vogliono parlare. Per esigenze televisive li cerchiamo anche con la telecamera rischiando…perchè non vogliono assolutamente essere ripresi…ne incontriamo alcuni..non i diretti interessati che ci mostrano una carta d’identità.
Come residenza hanno la sede della Caritas locale. E’ normale ci spiega l’avvocato della Caritas, chi ha un permesso di soggiorno può anche avere la carta d’identità..qualcuno ce l’ha , quelli stanziali, qualcun altro non ha nessuna delle due.
E poi sentiamo la mediatrice culturale, anche lei rom. Lei ha una casa, tanti figli che più o meno lavorano o studiano.
Lei ci confessa che è integrata anche se continuano a guardarla male, ha una casa, ma lei ama la libertà, si sente stretta in una casa, le piace spostarsi…per lei è normale, così come vivere in un parcheggio di un supermercato dentro un camper…per noi no…ma è abitudine, etnia, modo di vivere..certo a noi con una certa mentalità fa davvero strano…e ti sembra così anormale…
In ogni caso come con i profughi e tutte le altre questioni di possibile integrazione è inutile chiudere gli occhi e far finta che il problema non ci sia. Va risolto pensando prima di tutto alle persone, poi alle nostre diverse mentalità e modi di vita , sia da una parte che dall’altra.
]]>