Un Veneto che fa i conti con i profughi, con persone e accoglienze diverse
Il tema è sicuramente uno di quelli principali, che riempiono pagine di giornali e di tv. Parlo dei profughi e del Veneto. Un tema che pure la sottoscritta sta trattando da angolature diverse e con “casacche diverse”. Inizio con quella da giornalista di la7. In mezzo ad una vera e propria bufera di neve ieri mi sono trovata a raccontare l’accoglienza di 26 profughi spediti dalla Prefettura di Verona ad Erbezzo comune montano di 700 anime sui monti Lessini, oltre 1000 metri di altitudine . Sono dentro un ex base Nato risistemata, di proprietà dello Stato e gestita ora da una cooperativa la Versopro che ha vinto il bando per il Cas, il centro di accoglienza straordinaria. Prenderanno 33 euro al giorno a profugo non 35 proprio perchè non devo pagare affitto nè utenze visto che lo stabile è dello stato. Erbezzo è stato pensato e aperto proprio per gestire gli arrivi in emergenza di questa estate che per fortuna si è bloccata. Nessuna barricata degli abitanti ma molta perplessità e diffidenza soprattutto nella contrada dove è sita la base che conta solo 10 abitanti tra i quali due ultranovantenni. Senza contare che qui non c’è prospettiva lavorativa di alcun genere visto che anche gli abitanti devono andare altrove a lavorare. E che qui è tutto piccolo e ristretto. Che cosa possono fare questi ragazzi qui? che possibilità di integrazione c’è? se lo chiede il sindaco che non ha potuto nulla contro l’arrivo dei profughi e che ora cerca di gestire la situazione. Già in 9 sono scappati dall’ex base forse perchè spaventati da questo luogo in mezzo ai boschi…certo erano eritrei e quindi profughi che possono spostarsi dentro la Ue e cercare fortuna altrove, che possono come hanno fatto rifiutare l’accoglienza. Forse famiglie con bambini sarebbero stati più facili da gestire qui ad Erbezzo…qui necessariamente ogni giorno parte un pulman con destinazione Verona per far fare qualcosa ai ragazzi…a spese della cooperativa ovviamente… http://www.lastampa.it/2017/11/10/italia/cronache/sette-abitanti-e-ottanta-migranti-il-sindaco-territorio-stravolto-uXfw7fUwcemb35z8KgveCJ/pagina.html Altra faccia della stessa medaglia due ragazzi , due profughi che invece sono ospiti di due case gestite da altrettante cooperative ma in accoglienza diffusa, quella in piccoli gruppi. Certo sono “bravi ragazzi” quelli che ho incontrato e sicuramente non sono tutti così… discorso che vale anche per tutte le altre persone. Certo loro hanno avuto altre possibilità e stanno cercando di sfruttare al meglio quello che gli è stato donato, mettendo a frutto la loro permanenza in Italia. Per fortuna ci sono anche queste storie e gli occhi e il sorriso di qualcuno di loro che si racconta, svela storie simili, di fuga, di speranza, di futuro. E che pensate un po’ fanno notizia…non certo come i profughi nel bosco di Erbezzo ma comunque aprono qualche spiraglio anche all’interno della stampa La storia è quella di questo ragazzo pakistano laureato in economia nel suo paese arrivato qui anche per studiare ingegneria informatica. O quella di Solomon che vuole studiare per diventare medico e portare in Italia sua moglie e suo figlio . Lui che fa le pulizie in chiesa e pure il cambusiere per gli scout della zona. Nel frattempo studia italiano per essere pronto ad ogni evenienza.[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=kgnyfpLdeGk[/embedyt]
http://www.ilpopoloveneto.it/notizie/lifestyle/sociale/2017/10/15/50925-la-storia-naqash-akhter-profugo-pakistano-laureato-economia-sogna-diventare-ingegnere-informatico[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=Y0WwrfP0vp0[/embedyt]
http://www.padovaoggi.it/blog/profugo-cooperativa-integrazione-padova-13-novembre-2017.html https://www.padova24ore.it/storia-solomon-profugo-boy-scout-sogna-diventare-dottore/ ]]>