Il degrado fuori controllo a Mestre e il caso dell’orologio braccialetto nell’azienda padovana destinato agli operai
Oltre i limiti sia il degrado sia, secondo i lavoratori, l’uso della tecnologia per controllare la giornata lavorativa.
Due i servizi che nel mese di gennaio ho fatto per Tagadà, il primo a Mestre il secondo a Mestrino in provincia di Padova.
Partiamo dal veneziano. Qui sono tornata nella zona della stazione dove lo scorso anno cercavo le borseggiatrici che abitano in questa zone.
Questa volta invece sono andate a cercare tutte quelle persone che stazionano nelle vicinanze della stazione stessa, bivaccano, spacciano e spesso si accoltellano pure.
Era da tempo che non mi recavo in quella zona…e devo dire che sono rimasta esterrefatta di tanto degrado.
Ad accompagnarci i cittadini che abitano in quelle vie esasperati, stanchi, arrabbiati, divisi però in diversi comitati.
Un peccato, guardando la cosa dal di fuori, perchè si disperde il fine ultimo e unico che è quello della sicurezza per tutti. Difficile infatti farsi ascoltare, ancora più difficile farsi ascoltare divisi.
Eppure tra di loro hanno modi e pensieri diversi, c’è anche un’associazione tutta straniera.
Il problema non è neanche la mancanza delle forze dell’ordine che ci sono. Il problema è la gestione della sicurezza, le decisioni dall’alto in termini di restrizioni della libertà, di pene, di allontanamenti veritieri.
Chissà se una soluzione in questo senso ci sarà dopo il referendum per la separazione di venezia con Mestre….http://nuovavenezia.gelocal.it/venezia/cronaca/2018/02/21/news/referendum-venezia-mestre-colpo-di-scena-al-tar-1.16505887
In ogni caso a poche settimane di distanza non c’è pace per Mestre…mi hanno contatto i cittadini del comitato Cmp per raccontarmi dell’ennesima aggressione avvenuta nei confronti del presidente Luigi Corò e di un altro membro del comitato..
http://mestre.veneziatoday.it/aggressione-luigi-coro-via-cappuccina.html
Che dire? urge una soluzione urgente. Politica se ci sei batti un colpo. Anche se quanti candidati hanno parlato del degrado di Mestre???
Voltiamo pagina e andiamo nel padovano a Mestrino, alla Dab.
Qui l’azienda in pochi giorni è diventata famosa perchè qualche mese fa ha promosso l’utilizzo di una sorta di orologio braccialetto elettronico…che ha fatto tanto pensare al braccialetto amazon .
Gli operai dell’azienda multinazionale danese si sono rifiutati di utilizzarlo e l’orologio non è stato inserito. Anche se ora l’azienda sta pensando ad una sorta di tablet operativo che colloquia con i pc dell’azienda nel processo produttivo. Tutto questo per migliorare il processo e la sicurezza della produzione, per razionalizzare il tutto, senza ingerenze sulla privacy dei lavoratori spiega l’azienda.
[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=fICl0-Di-Is[/embedyt]
La paura però dettata dalla cattiva pubblicità di amazon, la paura di essere spiati e obbligati c’è, perchè le modifiche adottate dal job acts hanno aperto alcuni spiragli di manovra sulle nuove tecnologie.
Non volendo entrare nel merito politico della cosa, con le dichiarazioni opposte di Di Maio e Calenda cerco di fare una riflessione filosofica sulla cosa.
Perchè può aiutare. Ne parlava il “mio Heidegger”.
Ciò che è veramente inquietante non è che il mondo si trasformi in un dominio completo della tecnica. Più inquietante è che l’uomo non sia preparato a questo radicale mutamento.
In realtà la tecnica ha in sè proprio la risposta alla stessa tecnica, ossia è uno strumento che ci porta però alla verità. La tecnica, dunque, non è semplicemente uno “strumento” , ma un “modo del disvelamento”, un modo del conoscere.
E ancora…forse troppo filosofiche per parole ma con grande significato:
Il pericolo – dice Heidegger – non è negli “apparati tecnici”. Non c’è nulla di demoniaco in essi; c’è invece il mistero dell’essenza della tecnica; è lì che il pericolo risiede. E il non “riconoscerlo” è il rischio supremo. Il dominio dell’essenza della tecnica – cioè il nichilismo – minaccia l’uomo nel senso che fonda la possibilità che all’uomo possa esser negato di raccogliersi in un “disvelamento” (in una verità) più originario di quello offerto dalla tecnica moderna. Cioè di non essere più in grado di esperire il richiamo di una verità più profonda (principiale). Ma quanto più ci avviciniamo al pericolo, conclude Heidegger, tanto più comincia a illuminarsi la via verso ciò che salva.
E ancora:
A fronte di queste concezioni per le quali la tecnica nella sua essenza è qualcosa che l’uomo ha nelle sue mani, sta il punto di vista secondo cui la tecnica, nell’essenza, è qualcosa che l’uomo di per sé non è in grado di dominare. Tutto funziona; e questo è appunto l’inquietante, che tutto funziona e che questo funzionare spinge sempre verso un ulteriore funzionare e la tecnica strappa sempre più l’uomo alla terra. Non’ so se Lei si è spaventato – dice Heidegger al suo intervistatore nel 1968 -, in ogni caso io lo sono stato appena ho visto le fotografie della terra scattate dalla luna. Lo sradicamento dell’uomo dalla terra è già effettuato, non c’è bisogno della bomba atomica. Tutto ciò che resta non è altro che una situazione puramente tecnica”.
Non dobbiamo ciò dominare il mondo ma conoscerlo per vivere meglio e riconoscere i nostri limiti …dobbiamo arrivare al divino…ossia a quello che sta oltre il mero strumento e il mero fine.
Insomma dobbiamo domandarci cosa sta dietro il braccialetto amazon, se questo può essere uno strumento o un dominio dell’uomo, se ci dà qualcosa in piu o in meno e in base a quello muoverci ci conseguenza. Senza fare crociate contro nè difese a priori.
Andiamo oltre sempre e comunque, ragioniamo, pensiamo che male non fa.